domenica 14 ottobre 2007

Arturo Brachetti

Oggi sono andata a vedere lo spettaccolo di Arturo Brachetti, dire che è bello è poco è davvero ECCEZIONALE,BRAVISSIMO,RIMANI A BOCCA A PERTA,STREPITOSO...e un po di nervoso ti fa venire perchè non capisci come cavolo fa in così poco tempo a cambiarsi cavoli è bravissimo!!!!




La storia è semplice ma toccante. Arturo, adulto, ritorna nel solaio della propria infanzia per svuotare tutto e liberarsi dei ricordi inutili. Facile a dirsi ma non a farsi. Il ritrovamento della scatola dei giochi provoca un sorprendente cambiamento: lui stesso ritorna nel mondo della fantasia che credeva aver dimenticato. Diventa Spiderman, Pinocchio, vari pupazzi e persino Barbie. I ricordi provocano lo stesso divertimento ingenuo e surreale di un tempo: il nonno violinista a tre braccia, la giungla di animali fatti con la luce della luna, le marionette che prendono vita, sempre con la presenza divertita della voce della mamma che esce dalla sua borsetta rossa.
Alla fine del primo tempo il solaio stesso si ripiega e diventa un'enorme scatola di giochi, che ruota sul palco e di cui Arturo sembra prigioniero. Il tempo sembra fermato, mentre un orologio gigantesco scandisce le metamorfosi delle stagioni.
Arturo continua a ricordare il cinema di Hollywood, visto di nascosto dalla finestra del solaio nel sottostante cortile parrocchiale. Arturo si trasforma in una trentina di personaggi evocati dai films, tra cui Gene Kelly, Liza Minnelli, King Kong, Frankenstein, Carmen Miranda, Charlie Chaplin, per finire con Esther Williams che nuota a mezz'aria nella sua piscina...
Verso la fine, ritornato nella realtà del solaio finalmente vuoto, Arturo apre la borsetta della mamma e trova delle vecchie foto, tra le quali una di lui a otto anni al Circo Orfei, vicino a Federico Fellini. La foto è come una folgorazione e Arturo ne capisce l'intrinseco messaggio: si può diventare grandi, adulti, ma l'importante è, come per Fellini, conservare ben vivo il bambino di otto anni e mezzo che vive nella nostra mente. La scenografia si spacca per dar posto ad un gigantesco e fantasmagorico tributo al mondo di Fellini.
In ultimo resta sulla scena solo la piccola scatola di giochi e Arturo, ritrovato il suo cuore di fanciullo, magicamente vi scompare dentro felice.

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